“Un pasto per la domenica… ma non solo! La porta che si apre, il sorriso, l’incontro, ci hanno aiutato a vedere la nostra Comunità di Cristo Re come una grande famiglia, capace di ospitalità.” Hanno scritto così i volontari di Cristo Re sui biglietti che hanno accompagnato l’ultimo pasto consegnato agli anziani del quartiere durante la Quaresima.
Si tratta dell’iniziativa Buona Domenica che ha visto impegnati vari gruppi parrocchiali, oltre ai membri della San Vincenzo e della Commissione Carità. Dai volontari del doposcuola e del centro ricreativo, a quelli di NO SPRECO. Dalle famiglie e dai catechisti, fino agli scout e ai bambini della parrocchia. Il loro compito? Consegnare a domicilio il pasto della domenica a 12 persone anziane o fragili del quartiere, coinvolte insieme alla San Vincenzo parrocchiale. “Abbiamo avuto una buona risposta. Si sono rese disponibili una trentina di persone, alcune da sole, altre in coppia o in famiglia”, ci dice la coordinatrice del progetto per la Parrocchia di Cristo Re. E’ Elisabetta Manni Rodini, già impegnata nella comunità su diversi fronti: fa parte del MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) e della Commissione Carità della Parrocchia, per cui coordina le attività di NO SPRECO e dei volontari del Doposcuola per ragazzi delle scuole medie.
Non solo pasti… “I pranzi hanno rappresentato quasi una “scusa” per coinvolgere un po’ tutte le realtà parrocchiali in un’unica azione nell’ambito della carità”, aggiunge Elisabetta. I bambini del catechismo e del Doposcuola hanno preparato biglietti di auguri per “arricchire” le consegne e gli anziani del centro ricreativo hanno realizzato piccole confezioni con gli ovetti di Pasqua che, abbinate ai biglietti, sono state consegnate alle persone seguite dalla San Vincenzo Parrocchiale. Si è trattato quindi di un impegno che ha coinvolto proprio l’intera comunità.
Com’erano organizzate le consegne?
Creato un gruppo whatsapp con i volontari che si sono resi disponibili, durante la settimana veniva chiesto chi fosse presente per la domenica successiva. “Nell’arco di un paio d’ore, avevamo già le 6-7 persone per il weekend”, racconta Elisabetta. Con Franca Della Valle, Presidente della San Vincenzo Parrocchiale, in base alle disponibilità venivano predisposti i turni di consegna. “Qualche volontario che è stato disponibile per più domeniche, lo abbiamo mandato dalla stessa persona per facilitare la relazione. Non si è trattato, infatti, solo di una consegna, ma proprio di un incontro, in cui ci si scambiava qualche parola“, commenta Elisabetta.
Il pasto, preparato dalla cucina del seminario, prevedeva un primo, un secondo, un contorno, pane, frutta e dolce. Tutto confezionato in vaschette di alluminio monoporzione. Così, la domenica mattina, ritirate le 12 borsine, si inserivano i biglietti realizzati dai bambini e si partiva per la consegna.
L’importanza del progetto per relazioni e futuro
“Penso sia stata una tappa importante del cammino che abbiamo intrapreso da qualche anno e che ha come obiettivo quello di conoscere e vivere la Comunità nel suo complesso, superando la logica del condominio”, commenta Elisabetta. Una testimonianza significativa del senso dell’iniziativa arriva dal gesto di una volontaria. “Qualche giorno fa – racconta Elisabetta – mi ha telefonato per dirmi che la signora a cui era andata a consegnare il pasto della domenica era ricoverata a Cremona Solidale per una riabilitazione e che sarebbe andata a trovarla. Una relazione che è nata!”
“Ho sempre pensato che le varie realtà parrocchiali debbano un po’ aprirsi e integrarsi – continua Elisabetta commentando l’iniziativa – Non vuole dire che tutti devono fare tutto, ma che si possa, anzi si debba, unirsi su progetti specifici, senza paura e riconoscendosi nelle diverse capacità. Ecco questa esperienza ha rappresentato un po’ questo. Tanti hanno collaborato per la stessa cosa: dai bimbi, ai catechisti, alle famiglie, agli anziani del Centro ricreativo. Ci siamo conosciuti un po’ di più. Poca cosa forse, ma secondo me è stato l’aspetto più significativo”.
E ora? “Si continua. Ora, la San Vincenzo, sa che può contare su altri! Inoltre, proveremo ad aumentare la frequenza dei nostri pranzi per gli anziani in oratorio (che attualmente si tengono solo 2 o 3 volte l’anno), magari invitando anche i volontari dell’iniziativa.”