Avanzano secondo cronoprogramma i lavori alla Casa dell’Accoglienza di Cremona della Caritas cremonese. Nella palazzina sulla via Stenico, al secondo piano è tornato nei propri spazi rinnovati il Cpa, Centro di prima accoglienza, mentre al piano terra sono già operativi i nuovi uffici della Caritas cremonese, il Centro di ascolto e l’ambulatorio medico. Al primo piano, sono pronti e in attesa di destinazione alloggi per migranti e appartamenti.
Lavori ancora in corso, invece, nella struttura di via S. Antonio del Fuoco dove, al piano terra, prenderanno posto gli uffici di Servizi per l’Accoglienza e la nuova portineria. Iniziato, nell’ala opposta, anche lo smantellamento della cucina che verrà completamente rinnovata in termini strutturali ed impiantistici, e dei due piani, primo e secondo, della palazzina che si affaccia su viale Trento Trieste, in cui verranno ricavati appartamenti. Dato il cantiere in corso, l’attività della cucina di Caritas cremonese viene al momento svolta a Casa di Nostra Signora da dove partono i pasti confezionati per la Casa dell’Accoglienza, le cucine benefiche e tutte le opere segno. Con il mese di luglio, i lavori coinvolgeranno anche le Cucine benefiche e il dormitorio, per i quali Caritas cremonese – in sinergia con la San Vincenzo de Paoli – stanno già lavorando per offrire un’alternativa temporanea. L’obiettivo in tutto questo periodo di cantiere, infatti, è quello di non interrompere mai attività ed accoglienza. Un obiettivo possibile grazie alla massima collaborazione tra staff di Caritas e volontari, professionisti ed imprese e ospiti della Casa.
“Stiamo concludendo il secondo lotto di lavori – il commento di don Pierluigi Codazzi, direttore della nostra Caritas cremonese – Diciamo che abbiamo oltrepassato la metà dell’intervento. Un grazie enorme va alla Fondazione Arvedi Buschini che ci sta aiutando in questa impresa. Grazie anche al Comune di Cremona e a tutti coloro che stanno sostenendo questa riqualificazione, alle ditte impegnate e soprattutto alle persone che abitano e frequentano la Casa, ospiti, dipendenti, collaboratori e volontari, che si stanno adattando alle dinamiche non semplici dei lavori senza interrompere l’attività e garantendo a tutti qualità della vita e del lavoro e sicurezza”.
Importante la partecipazione a questa impresa delle comunità parrocchiali che, cogliendo la proposta della Caritas cremonese lanciata durante la Quaresima, hanno scelto di iniziare il loro Giubileo proprio dalla Casa dell’Accoglienza con un pellegrinaggio che dalla struttura è arrivato fino alla Cattedrale. Un’occasione anche per conoscere le attività della Casa e lo stato di avanzamento dei lavori. Un’iniziativa che ha coinvolto anche operatori e volontari di Servizi dell’Accoglienza, in direzione opposta però: dal Duomo alla Casa dell’Accoglienza per un percorso che è stato come una sorta di mandato alla propria attività professionale e umana di carità.
“Accanto allo sforzo di Casa dell’Accoglienza – continua il direttore don Pierluigi Codazzi – è importante lavorare ad un ripensamento di quali possono essere le modalità con cui le varie persone vengono accolte. Con un’attenzione ai migranti, ma anche alle persone con fragilità significative e ai lavoratori che per un periodo di tempo devono stare a Cremona e faticano a trovare alloggi a costi ridotti. Per questo motivo, nella “nuova” Casa dell’Accoglienza aumentiamo i posti della foresteria e apriamo alle famiglie per diversificare l’accoglienza e rispondere a diversi e nuovi bisogni. Il desiderio è quello che la Casa dell’Accoglienza diventi un luogo sempre più condiviso con la città e non solo, con il personale qualificato, con i volontari, quelli che già operano qui e quelli che vorranno aggiungersi, e con le comunità parrocchiali. Una vera e propria opera segno della Caritas cremonese e della chiesa cremonese”.