13 ragazzi, 7 educatori e 19 biciclette di cui un triciclo tandem. Un’edizione di 5 giorni di “Pedalando Faticando” che ha coinvolto tutta l’equipe educativa e i ragazzi della Fattoria della Carità, tra cui uno con disabilità motoria e uno con difficoltà momentanea di deambulazione. Mercoledì 24 marzo, infatti, sono partiti in sella alle biciclette di Beega e il tandem di Remoove dal cortile della Comunità, per poi seguire parte della Ciclovia del Po, fare tappa a Chioggia e terminare il viaggio a Venezia.

“Il viaggio tra Lombardia e Veneto è stato un’esperienza di conoscenza del territorio e di interazione con la comunità. Siamo stati ospitati da oratori e comuni (che ringraziamo) che hanno organizzato serate di incontro e testimonianza“, racconta Mattia, operatore Caritas e Referente dell’iniziativa. La strada è diventata uno strumento per misurarsi e fare i conti sia con la fatica, sia con i bisogni primari (sete, fame…). Così, la resistenza al clima, ai chilometri, alle salite è stata il contesto per intensificare le relazioni e lavorare sulle dinamiche gruppali. Inoltre, il viaggio ha aiutato i ragazzi a sviluppare le “life skills”, cioè competenze sociali, cognitive ed emotive utili per affrontare le sfide quotidiane. Anche gli educatori hanno partecipato alla pari dei minori, condividendo regole, fatica e scelte. Figure fondamentali per la buona riuscita dell’iniziativa, grazie alle competenze relazionali specifiche che caratterizzano la loro professione.

Perché proprio un viaggio in bicicletta? “L’esperienza del viaggio ha un forte riferimento all’esperienza migratoria che accomuna le storie dei minori della Fattoria. – ci racconta Mattia – Si tratta di ragazzi che hanno scelto autonomamente di lasciare casa, con competenze emotive limitate. Così, l’esperienza in bicicletta è anche un modo per colmare questa mancanza immergendosi in contesti naturali e sviluppando l’area emotiva e sociale, ma anche fisica e psicologica.”