Camminiamo insieme. Anche la Caritas cremonese partecipa al cammino sinodale della Chiesa cremonese e della Chiesa universale, incentrato su comunione, partecipazione e missione. Mercoledì 9 febbraio, alla presenza del direttore don Pier Codazzi, presso la sede della Caritas cremonese, è avvenuto l’incontro sinodale tra il Vescovo Antonio Napolioni, i coordinatori delle opere segno e i referenti delle Caritas territoriali, sacerdoti e laici. Un momento importante che si inserisce all’interno delle iniziative per i 50 anni dalla fondazione di Caritas cremonese. “E’ stata una bella occasione di incontro – è il commento dell’operatore di Caritas cremonese Alessio Antonioli Sia tra di noi, sia con il Vescovo Antonio. Un momento importante di ascolto e di dialogo”.

L’appuntamento ha preso spunto dal discorso di Papa Francesco ai membri della Caritas italiana nel cinquantesimo della fondazione, dalle “tre vie”, la via degli ultimi, la via del Vangelo, la via della creatività, e da alcune domande per stimolare la riflessione sinodale.

Carità, sinodo, e Chiesa come vertici di un unico triangolo. Questa è stata l’immagine suggerita dal Vescovo Antonio all’inizio dell’incontro. Non si può essere Chiesa senza camminare insieme e senza essere operosi nella carità. Sono seguiti gli interventi dei partecipanti che hanno fatto emergere diversi temi: dalla carità come percorso di formazione professionale e umano alla carità non assistenzialista ma generativa, dall’importanza delle relazioni al sogno di una comunità che si prende cura di se stessa a partire dagli ultimi, dalla necessità di conoscersi meglio anche tra operatori della carità alle specificità della Caritas cremonese.

L’incontro sinodale si è concluso con l’intento di costruire altri momenti di condivisione sia interni a Caritas, sia con il Vescovo Antonio. “Perché tanto si gioca sulla qualità delle relazioni, anche il servizio caritativo. Che sia professionale o condotto nella gratuità di un’opera di volontariato”, conclude Alessio Antonioli.

“Camminando insieme, e insieme riflettendo sul percorso compiuto, la Chiesa potrà imparare da ciò che andrà sperimentando, quali processi possono aiutarla a vivere la comunione, a realizzare la partecipazione, ad aprirsi alla missione”

Papa Francesco