La situazione in MedioOriente continua ad aggravarsi e gli scontri in Libano diventano sempre più forti e frequenti. In queste ore, il conflitto sta coinvolgendo anche il contingente dell’Unifil, la missione Onu al confine con Israele. Ne abbiamo parlato con Padre Damiano dell’Associazione Oui Pour La Vie con sede a Damour, nel distretto libanese dello Shuf, realtà che come Caritas cremonese da anni sosteniamo. Dalla fine di settembre, si trova in Italia per un percorso di testimonianze organizzato da tempo.

Innanzitutto, come è la situazione in Libano? Si può riassumere in tre parole: sfollati, diffidenza e abbandono. “Ci sono gli sfollati, ovvero persone libanesi che stanno lasciando le proprie case a causa dei bombardamenti e delle operazioni via terra, anche se in Libano non esiste una zona sicura. Cresce la diffidenza verso gli sconosciuti, al punto che molte persone non frequentano i supermercati, ma si recano presso le piccole botteghe di paese che rimangono senza rifornimenti. E poi c’è l’abbandono da parte della Comunità Internazionale. Il dato di duemila morti in due settimane sottolinea che non sia ancora stata messa in atto un’azione capace di limitare i danni sul Libano”, racconta Padre Damiano.

Tre giorni fa, l’Alto Rappresentante UE Joseph Borrel ha dichiarato che il 20% della popolazione libanese è sfollata, 150 mila persone si sono recate in Siria e le vittime civili sono 2.000. Gli sfollati hanno bisogno di tutto: acqua, elettricità, cibo, vestiti, perché moltissimi sono fuggiti soltanto con quello che avevano addosso. Gli edifici pubblici come ad esempio le scuole, chiese, accolgono famiglie sfollate, che dormono per terra o su materassi da ginnastica senza lenzuola e cuscini, disponibili solo per un quarto dei presenti. Scarseggiano il cibo e la corrente elettrica. Il pane, che fino a qualche settimana fa si acquistava a 50.000 lire libanesi, oggi ne costa 115.000. 

In questo contesto, i volontari di Oui pour la Vie cercano di essere vicini al dolore di tutti. “È sempre bello – racconta Damiano Puccini – vedere che, se anche questi gruppi quarant’anni fa erano nemici, oggi i poveri di ogni appartenenza frequentano tutti insieme le nostre strutture: cucina, scuola e centro sanitario. Anche se gli aiuti che arrivano sono veramente insufficienti”.

A questa situazione di crisi, l’Associazione Oui Pour La Vie prova a far fronte attraverso il perdono, per evitare la Guerra Civile. Come detto dal Cardinale Pizzaballa, i Cristiani stanno nel mezzo e devono essere capaci di ascoltare tutti, indistintamente. “Viviamo con un voto fatto al Crocefisso che attraverso la Madonna ci aiuti a guardare tutti come un unico popolo dall’alto come Gesù dalla Croce. Questo voto prevede di rinunciare a 1/3 delle proprie cose, nonostante la situazione di miseria che stiamo affrontando. Riceviamo una forza spirituale per riuscire ad avere un buon rapporto con tutti”, continua.

Nella sua newsletter, padre Damiano porta anche qualche racconto di persone incontrate, storie comunque di speranza: “Una bambina di 7 anni, che ha perduto in questa guerra tutta la sua famiglia composta da 6 persone, chiede il gelato solo nel pomeriggio perché sua madre glielo faceva ogni giorno. Un marito, che ha perso la moglie quando era incinta di 4 mesi, tiene con sé il pigiama del suo bambino perché gli dà pace e lo aiuta a pregare. I bambini della nostra scuola di Oui pour la Vie sono andati, con tutti i loro giocattoli, ad offrirli ai bambini rifugiati e hanno giocato insieme ogni giorno nelle scuole e per le strade. Le donne aiutate dalla nostra associazione hanno cominciato a fare amicizia con le donne rifugiate appartenenti a gruppi che quarant’anni fa hanno massacrato il nostro paese, e le hanno invitate a casa loro per un caffè e per parlare un po’ di tutto”.

Per ora non si intravedono possibili soluzioni per arrivare a una Pace. “Il consiglio per l’Occidente è quello di non commettere gli stessi errori dell’Oriente. Non deve schierarsi per una parte o per l’altra. Ma è fondamentale la condivisione della propria civiltà giuridica. Fissare dei limiti per evitare azioni come l’occupazione della terra”, conclude.

Per sostenere le azioni di Oui Pour La Vie, è possibile rivolgersi ai nostri Uffici:

Telefono 0372 35063
Mail caritas@diocesidicremona.it

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