“Onoriamoli, non priviamoci della loro compagnia e non priviamoli della nostra, non permettiamo che siano scartati”. La Diocesi di Cremona e Caritas cremonese, in sinergia con Cooperativa Nazareth e Musei della Diocesi di Cremona, accolgono l’invito di Papa Francesco, contenuto nel messaggio realizzato in occasione della III Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani, e organizzano per domenica 23 luglio una iniziativa a loro dedicata. Il programma si aprirà alle ore 9.30, nella Cattedrale di Cremona, con la celebrazione della Santa Messa dedicata a nonni e anziani, mentre a seguire sarà organizzata una apposita visita guidata gratuita al Museo Diocesano (su prenotazione da effettuare entro martedì 18 luglio chiamando il numero 349 3928314). 

Dal messaggio del Papa viene colta anche l’urgenza di una rinnovata apertura all’incontro intergenerazionale. Il Papa ha scritto, infatti: “A voi giovani, che vi state preparando a partire per Lisbona che vivrete la Giornata Mondiale della Gioventù nei vostri luoghi, vorrei dire: prima di mettervi in viaggio andate a trovare i vostri nonni, fate una visita a un anziano solo! La sua preghiera vi proteggerà e porterete nel cuore la benedizione di quell’incontro. A voi anziani chiedo di accompagnare con la preghiera i giovani che stanno per celebrare la Gmg”.

Per questo la Federazione Oratori Cremonesi rivolge un invito speciale a tutti i giovani della diocesi (sono circa 370) iscritti alla Gmg che si svolgerà a Lisbona dall’1 al 6 agosto, a compiere questo gesto nei confronti di nonni e anziani. Anche le parrocchie della Diocesi sono invitate domenica 23 luglio ad organizzare momenti di preghiera dedicati a chi – dalle parole del Papa – “ci dona la consapevolezza di far parte di un popolo in cui si custodiscono le radici”, ci trasmette “l’appartenenza al Popolo santo di Dio”. 

SCARICA QUI IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO  PER LA GIORNATA MONDIALE DEI NONNI E DEGLI ANZIANI 2023

L’iniziativa di domenica 23 luglio rientra nel progetto di Caritas cremonese e Cooperativa Nazareth “Anziani custodi di speranza” supportato all’interno della co-progettazione di Caritas Italiana e Intesa San Paolo per un rete solidale per la terza età sui territori diocesani. «Il territorio cremonese è uno dei più anziani d’Italia – è il commento di don Pier Codazzi, direttore di Caritas cremonese – Il compito primario delle Caritas e delle parrocchie non consiste nella gestione diretta di servizi, quanto piuttosto nello stimolo al contrasto all’isolamento e alla solitudine, nel lavoro di comunità e intergenerazionale, nell’ascolto di bisogni relazionali, spirituali e materiali»

Molte le azioni previste nel progetto: la consegna domenicale di pasti a domicilio nei mesi di ottobre, novembre e dicembre come supporto alimentare e relazionale ad anziani autosufficienti in condizioni di fragilità; il potenziamento dei servizi domiciliari ad anziani già in corso di realizzazione da parte della Cooperativa Nazareth in sinergia con il Comune di Cremona; l’attivazione di un riferimento telefonico che permetta anche a distanza di svolgere azioni di ascolto, di rilevazione del bisogno, di orientamento alle risposte e anche molto semplicemente di compagnia; laboratori di pet therapy con professionisti per generare stimoli ed esperienze positive e migliorare capacità relazionali e autostima; un affiancamento tecnologico per l’accesso a servizi digitali dedicati alla terza età, come la nuova piattaforma Social Care in corso di implementazione da parte dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in sinergia con Comune di Cremona, Consorzio Solco e Politecnico di Milano; un raccordo e riferimento per assistenti familiari non italiane già attive sul territorio e che in questi anni hanno trovato un punto di ritrovo e di socialità nella Casa dell’accoglienza di Cremona.
Il progetto verrà realizzato in collaborazione con i cinque centri di ascolto parrocchiali presenti a Cremona, la San Vincenzo e l’associazione No Spreco, i centri anziani attivi nelle parrocchie, enti pubblici e terzo settore.

«Vogliamo che la persona anziana – conclude don Pier Codazzi – non sia solo oggetto di azioni di sostegno, ma protagonista di azioni che hanno una forte ricaduta sulla comunità. Ci teniamo molto, poi, a creare occasioni di scambio intergenerazionale all’interno del territorio. Lavorare sulla prevenzione e sulla crescita relazionale aumenta il benessere degli anziani, ritarda il loro ingresso in strutture residenziali e fa bene a tutta la comunità”.