«San Facio fu veronese di nascita, ma cremonese per la dimora costante e i rapporti sociali…». La lettura di un riassunto della “Vita di San Facio”, testo medievale che ne descrive la biografia, introduce la celebrazione della Messa solenne nel giorno del 750° della morte del santo, presieduta dal vescovo Napolioni nella Cattedrale di Cremona, dove sono conservate – in un altare in cripta – le spoglie di Facio.
Nelle cronache del tempo è descritto come uomo di profonda fede, sostegno per le sue opere di carità che instancabilmente durante la sua vita lo spinsero a farsi carico con passione e generosità dei bisogni dei concittadini più fragili. «Decise con l’aiuto del Signore di istituire l’Ordine dello Spirito Santo, detto dei Fratelli del Consorzio. E così il benedetto servo di Dio Facio cominciò a sobbarcarsi le opere di misericordia, come se fosse ferito dalle piaghe della carità».
Quella carità che, aprendo la celebrazione Eucaristica, concelebrata dal vescovo emerito Lafranconi, dal vicario generale, dal Capitolo della Cattedrale e dai sacerdoti della città – il vescovo Napolioni ha ricordato come frutto ancora vivo dell’eredità di San Facio: «Vogliamo dire grazie al Signore – ha detto durante i riti iniziali – riscoprire il messaggio, seguire le orme di uomini così veri da essere santi, così generosi da portare ancora frutto: un crescendo di solidarietà in città» di cui è segno «la Caritas diocesana che da 50 anni va incontro a chi più bisogno di conoscere Cristo carità del Padre».
Una ricorrenza che la Chiesa cremonese ricorderà con iniziative e occasioni di incontro, formazione e riflessione durante il 2022, anno del 50° di fondazione, che culminerà con la solennità di un altro grande santo della carità, Sant’Omobono, il prossimo 13 novembre.
Il testo completo e il video della celebrazione sul sito della Diocesi di Cremona.