Una ventina tra volontari dell’Associazione Il Buon Samaritano e operatori delle nostre opere segno si sono ritrovati lo scorso 7 giugno per una speciale giornata di formazione e condivisione, che ha unito storia, spiritualità e impegno concreto.

Il ritrovo è avvenuto davanti al Duomo, dove Don Attilio Cibolini, rettore della Cattedrale, ha guidato il gruppo in un affascinante percorso attraverso la storia di Salvezza incarnata nell’antica Cattedrale cremonese. “Il percorso è durato circa un’ora ed è stata l’occasione per riprendere le tappe fondamentali del Giubileo che nel 2025 annuncia la possibilità di mettersi in cammino nella propria vita insieme alla Chiesa”, ha raccontato Andrea, uno dei nostri operatori Caritas. “Mi ha colpito favorevolmente la competenza del Don che ci ha guidato nel percorso in Duomo”, dice Stefania, insegnante e, dallo scorso ottobre, volontaria in Casa di Nostra Signora dove segue i bambini che hanno bisogno di aiuto nei compiti scolastici. “La giornata, strutturata come un Pellegrinaggio Simbolico, ha secondo me permesso ancor più di riflettere sia su quanto la nostra opera di sostegno a chi è più fragile sia importante e al contempo complessa e delicata, sia su quanto l’aiuto dei volontari sia un prezioso supporto per noi operatori. La realtà quotidiana ci porta a dover essere sempre performanti e molto impegnati e secondo me questa giornata ha potuto rappresentare un momento tangibile di ringraziamento ai nostri volontari, che offrono un aiuto mai dato per scontato, però a volte non sufficientemente valorizzato”, aggiunge Cristina, Coordinatrice di Comunità Lidia dal 2015.

Al termine della visita, il gruppo si è spostato alla Casa dell’Accoglienza, opera segno dell’anno giubilare per Cremona. Qui, un intenso momento di preghiera sulla carità ha preceduto un sopralluogo ai locali recentemente ristrutturati. “Noi operatori, insieme a Don Pier, Direttore della nostra Caritas, abbiamo condiviso il desiderio profondo di rinnovamento che guida l’intero progetto di ristrutturazione”, ha spiegato Andrea, sottolineando la visione che anima questo importante processo. “Sono rimasta colpita dalle opere di ristrutturazione e da tutto il lavoro fatto per gli ospiti”, aggiunge Stefania. “La ‘Nuova’ Casa dell’Accoglienza è il segno evidente di come anche oggi l’essere a disposizione degli altri si declini in opere concrete, progettate e pensate per offrire cura, supporto e possibilità rinascita a chi versa in condizioni di fragilità”, dice Cristina.

La giornata si è conclusa con un momento di condivisione a piccoli gruppi e un aperitivo conviviale nei locali della mensa. Un’occasione preziosa per consolidare i rapporti tra i volontari e gli operatori e per scambiare riflessioni informali nate nel corso della giornata, rafforzando lo spirito di comunità e l’impegno comune.