Ospiti alla Fattoria della Carità, opera segno di Caritas cremonese, comunità di ragazzi che si trovano in una particolare condizione di vulnerabilità. Il 5 dicembre, degli adolescenti provenienti dalla Diocesi di Bergamo hanno fatto visita ai ragazzi ospiti per una mattina di Riflessione insieme. Così, ci siamo fatti raccontare l’esperienza da Mattia Ferrari, referente dei Servizi d’Accoglienza di Caritas e della Fattoria della Carità, che ha colto e unito le emozioni dei ragazzi.
“La somma è 40”.
S. ci guarda e ripete piano “qua-ran-ta”. Poi lo ripete come una domanda “Quaranta?”.La risposta è semplice quanto sconcertante “Noi siamo 14, loro sono 26, in tutto 40”, segue lo sguardo dubbioso di S. che ripete a D. “Quaranta” mentre si dirigono a passo lento verso il resto del gruppo un momento prima che l’annuncio diventi ufficiale. Nelle ventiquattro ore successive le domande si succedono e si ripetono dal ‘chi sono?’ al ‘cosa vengono a fare?’ al ‘perché proprio qui?’ al ‘come mi vesto?’.
La Cura
Alle 10.30 di una domenica mattina di sole, il portone della comunità si spalanca: è il momento del bar dell’oratorio. Questa mattina però è diversa, perché viene attraversato da ventuno adolescenti e cinque catechisti che hanno appena celebrato la Messa con i parrocchiani di Cortetano. In mezzo a loro, c’è Fra Emanuele che ha raccontato il tema della catechesi dei suoi adolescenti per quest’anno: la cura. Ed è attorno a quel tema che si sviluppa il lavoro dei tre gruppi in cui tutti si dividono. “Fra scrittura, disegni, foto, parole nuove e racconti, le relazioni hanno modo di allacciarsi e intrecciarsi per fare un tratto di strada insieme“, ci racconta Mattia.
Segue il momento del pranzo preparato a più mani, più menti e più cuori. Uno scambio di doni inaspettato e il cerchio finale intorno al fuoco, in giardino, per segnare con una parola il tempo che tutti hanno scelto di condividere insieme e capace di rilanciare ogni relazione: cura.