“Ammiro la voglia di incontrare e conoscere”. Sono le parole di Don Francesco Fontana, Presidente della FOCR, alla vigilia del pellegrinaggio giubilare a Roma. Un viaggio che vede circa 320 giovani pellegrini della Diocesi di Cremona raggiungere la Capitale per vivere un’esperienza di Chiesa universale, come solo il Giubileo o la Giornata Mondiale della Gioventù sanno offrire.
L’idea di partecipare al Giubileo dei Giovani nasce dal desiderio di offrire a tutti i cristiani un’occasione preziosa per vivere un’esperienza ecclesiale intensa e fuori dall’ordinario. Incontrarsi e riconoscersi fratelli nella fede, pur con le proprie diversità e provenienze, in una città invasa da giovani in festa: questo è il motivo più profondo che spinge i nostri ragazzi a mettersi in cammino. “Gli appuntamenti straordinari servono a scoprire che l’ordinario, ciò che è ‘normale’ e quotidiano, non vale di meno, ma è prezioso perché è abitato dallo stesso Signore incontrato negli eventi eccezionali, ma in più, è segnato dalla fedeltà di un cammino che è il solo capace di far davvero progredire nella vita e nella fede”, spiega Don Francesco.
È proprio offrendo occasioni di valore come questa che si possono coinvolgere attivamente i più giovani sul tema della Carità. “Ho molta stima dei giovani d’oggi. Mi intristisce vederli disorientati ed abbandonati se non addirittura ostacolati e messi in difficoltà da un mondo adulto tendenzialmente egoista. Vorrei che ciascuno incontrasse la gioia che viene dallo scoprire a chi merita di essere donata la propria vita, per amore. Credo che dando loro suggerimenti su come possono sperimentare la gioia del dono di sé possano avvicinarsi alla Carità. Non avendo paura di cambiare alcune modalità e schemi che rischiano di essere non più adatti alla vita strana e a volte sparpagliata dei giovani di oggi”, aggiunge.
Un esempio concreto di questo spirito è la storia di A. Si tratta di una giovane che è partita con l’intento di condividere tempo, energie e vita con altri. “Non ha esitato a mettere da parte progetti e pianificazioni. Ha accettato l’incertezza di un lavoro a tempo determinato pur di non rinunciare alla sua ‘chiamata’ e alla sua ‘ricerca’”, racconta Don Francesco.
Questo pellegrinaggio a Roma non sarà solo un viaggio fisico, ma un’ulteriore tappa nel cammino di crescita umana e spirituale dei nostri giovani, un’esperienza che rafforzerà il loro impegno nel vivere e testimoniare la carità ogni giorno.