Quest’anno abbiamo scelto di dedicare la Quaresima al tema della Giustizia e della Speranza, proponendo testimonianza, preghiere e azioni sul tema della giustizia, sia per cercare di dare una prospettiva di speranza ad ogni persona che si trova a trascorrere del tempo in carcere, sia per andare incontro ad esigenze reali, concrete e quotidiane della nostra realtà territoriale carceraria, interna ed esterna. “Perché le vie della giustizia – sono le parole del Vescovo Antonio Napolioni nel suo Messaggio per la quaresima (scarica qui) – siano sentieri di speranza, quella di cui tutti oggi abbiamo grande bisogno, per non cedere al pessimismo, allo scoraggiamento o peggio al cinismo e al risentimento vendicativo. Per generare speranza, occorre innanzitutto illuminare bene la realtà e liberarla da facili pregiudizi. La Casa Circondariale di Cremona è ben visibile all’ingresso della città, ma non so quanti concittadini ne conoscano la storia, la condizione, la vita. In questo tempo di ascolto della Parola di Dio, sarà bene ascoltare di più anche le persone e le istituzioni che gravitano intorno al carcere, per acquisire consapevolezza e crescere in corresponsabilità”. 

Ecco le nostre proposte per la Quaresima 2024.

  • Testimonianze

Per le Quaresima 2024 i cappellani del carcere e gli operatori Caritas che svolgono servizio in carcere, sono disponibili per testimonianze per conoscere, promuovere e sostenere l’attività a favore delle persone in carcere e condividere riflessioni sui temi della giustizia riparativa e riconciliativa.
Per concordare la testimonianza, contattare Sr. Mariagrazia al numero 037235063 o via mail mariagrazia.girola@serviziaccoglienza.it.

  • Preghiera

Pregare per la giustizia, per le persone in carcere e per chi svolge il servizio tra le celle, è un gesto di speranza e silenzioso sostegno. Abbiamo predisposto delle intenzioni di preghiera da inserire ogni domenica nella preghiera dei fedeli e una traccia di preghiera per giovani e adulti.

  • Donazione di un kit abbigliamento

La vita delle persone in carcere è estremamente difficile, soprattutto per chi non ha una rete di supporto esterna che possa far fronte ai normali bisogni materiali (abbigliamento, cibo, farmaci…).
Molte delle persone che si incontrano in carcere a Cremona sono privi del minimo indispensabile per vivere dignitosamente. Gli operatori della Caritas, in collaborazione con i cappellani, ad ogni ingresso nella struttura, si mettono in ascolto delle persone, del loro vissuto e dei loro bisogni. Molto spesso la richiesta è di capi di abbigliamento, piccole quote di soldi… non mancano le situazioni di chi vuole “solo” essere ascoltato, compreso e voluto bene.
La Caritas Cremonese affida il confezionamento di ogni “pacco” di capi di abbigliamento alla cooperativa sociale Gruppo Gamma di Cremona, un ente che si occupa di riabilitazione psichiatrica, che con i propri utenti confeziona il kit che viene consegnato a chi ne fa richiesta.
Il Kit base è composto da: giaccone pesante, abbigliamento intimo, magliette, pantaloni, tuta, felpa/maglione, salviettone, ciabatte e scarpe da ginnastica.
Si può sostenere l’acquisto di un kit completo, versando l’importo di euro 60.

  • Una colomba Pasquale per il carcere

Donare una colomba per le persone in carcere è un semplice gesto che indica la vicinanza e speranza della Chiesa Cremonese a chi trascorrerà la Pasqua in cella.
Per le parrocchie che desiderano sostenere questa iniziativa, è possibile proporre la raccolta delle colombe presso le proprie parrocchie con le modalità che si ritengono più opportune (iniziativa con le classi di catechismo, raccolta mensile di alimenti, consegna presso la sede Caritas della propria parrocchia…).
Le consegna della colombe raccolte è prevista per sabato 23 marzo dalla 10 alle 12 e dalle 15 alle 17, presso l’oratorio della Beata Vergine a Cremona in via Viale Concordia, 5, 26100 Cremona.
Al momento della consegna sarà possibile incontrare i cappellani del carcere o gli operatori Caritas che svolgono il proprio servizio all’interno della Casa Circondariale di Cremona.

Come sostenere le iniziative di presenza e di aiuto in carcere

È possibile contribuire attraverso i canali di Caritas cremonese, facendo un versamento intestato a Fondazione San Facio, specificando nella causale “Progetto carcere”, attraverso:

  • Conto Corrente Bancario
    IBAN: IT 57 H 05156 11400 CC0540005161
  • Conto Corrente Postale
    n. 68 411 503

oppure direttamente alla Caritas Cremonese attraverso un bonifico sul relativo Conto corrente:

  • Conto Corrente Bancario
    IBAN: IT 74 E 03069 11400 100000061305

La realtà carceraria in Italia

Nelle carceri italiane le persone straniere detenute costituiscono, da ormai vent’anni almeno, circa un terzo dell’intera popolazione detenuta, mentre costituiscono solo circa il 10% della popolazione italiana. Per lo meno un altro terzo di chi è in carcere in Italia è costituito da persone con problemi di uso o abuso di sostanze illegali. La sofferenza mentale riguarda un numero crescente di persone detenute, tanto che è diventata una delle questioni centrali del fenomeno detentivo. Più in generale le persone detenute sono, per la gran parte, caratterizzate da bassa scolarità, disoccupazione o forte precarietà lavorativa, povertà, disagio abitativo, vulnerabilità economica, familiare, sociale. Le caratteristiche socio-anagrafiche della popolazione detenuta, sia italiana che straniera, mostrano in maniera evidente come essa sia composta per la grande maggioranza da persone che occupavano, anche prima dell’arresto, posizioni di marginalità sociale.

Il contesto di Cremona

La struttura della Casa Circondariale di Cremona è composta da due padiglioni, che ospitano dieci sezioni. Sette sezioni ospitano detenuti che hanno commesso reati comuni, tre sezioni sono destinate all’accoglienza di detenuti che hanno commesso reati particolari (principalmente sex offender). La Casa circondariale di Cremona ha una capienza regolamentare di 394 posti (dato Ministero della Giustizia), ma ormai da tempo il numero degli ospiti supera ordinariamente i 500. Provengono non solo dal territorio cremonese, ma anche dall’hinterland milanese. Circa il 65% è straniero. Circa 70 sono giovani adulti (di età inferiore ai 25 anni). Al problema del sovraffollamento dei detenuti si aggiunge il numero insufficiente del personale, sia nell’ambito della sicurezza (agenti di polizia penitenziaria), sia nell’ambito trattamentale (figure professionali che accompagnino i detenuti in percorsi di rieducazione e reinserimento).

Presenza ecclesiale e del Terzo Settore all’interno della Casa Circondariale

L’Istituto offre alcuni percorsi formativi: corsi scolastici (prima alfabetizzazione, lezioni di scuola secondaria di primo grado), corsi formativi professionali (ad es. in collaborazione con la scuola edile), proposte culturali e formative (laboratorio artistico, percorso di musicoterapia …) e percorsi di inserimento lavorativo (laboratorio agroalimentare).
Fondamentale per adempiere al proprio compito è la collaborazione del Carcere con cooperative, associazioni di volontariato e imprese del territorio. Esse svolgono un ruolo fondamentale di affiancamento e sostegno nella sua funzione pedagogica.
In particolare, la nostra Diocesi è presente attraverso la Cappellania, la Caritas Diocesana, associazioni, movimenti e singoli volontari:

  • Cappellania: è parte dell’Amministrazione Penitenziaria. Due preti sono in servizio all’Istituto come cappellani con la missione della cura pastorale delle persone detenute e del personale che presta servizio;
  • Caritas Diocesana: la Caritas ha all’interno del carcere un centro d’ascolto che vede la presenza di un diacono e di una religiosa Adoratrice. Offre un servizio di ascolto e orientamento e assiste con sussidi economici, indumenti, medicinali… i detenuti in difficoltà economica e che non sono sostenuti dalla famiglia;
  • Conferenza di San Vincenzo: laboratorio di coltivazione dell’orto. Volontari insegnano ai detenuti coinvolti modi e tempi della coltivazione della verdura e della frutta;
  • Zona Franca/Il Baule: assistenza ai detenuti fornendo indumenti e biancheria a chi non ha colloqui con i familiari e non riceve alcun aiuto dall’esterno (famiglie o amici);
  • Sesta Opera: assiste con sussidi economici, indumenti e kit di prima accoglienza i detenuti in difficoltà economica. Promuove anche attività culturali e formative;
  • Comunione e Liberazione: percorso di catechesi, laboratorio di teatro, laboratorio di lettura (in collaborazione con la Biblioteca del Carcere);
  • Cammino Neocatecumenale: percorso di catechesi.

Le attività esterne al carcere

La Caritas Cremonese, in collaborazione con la casa circondariale, nel corso dell’anno 2024, vorrebbe attivarsi per promuovere percorsi d’integrazione sul territorio di persone in carcere che hanno la possibilità di svolgere attività di lavoro, studio o volontariato esterne al carcere. Tale proposta nasce dal reale bisogno di creare percorsi di integrazione e conoscenza tra carcere e territorio.
Nelle attività esterne al carcere si cercherà di rendere le persone in detenute parte attiva di un processo dinamico di reintegrazione sociale. Fondamentale sarà il coinvolgimento attivo della comunità civile e parrocchiale.

La giustizia di comunità e le pene alternative

La Caritas Cremonese, nel corso dell’anno 2024, intende stipulare una convenzione con l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) del territorio di competenza. I dati del dicembre 2023, affermano che i soggetti in provincia di Cremona aventi procedimenti penali da assolvere con misure alternative alla pena, sono più di 1200.
La Caritas Cremonese desidera attivare tale convenzione per rispondere ad un bisogno emergente sul nostro territorio e dare la possibilità ai soggetti coinvolti di essere accompagnati nel percorso di riparazione e allo stesso tempo una forma di reintegrazione sociale per rinsaldare il patto di cittadinanza spezzato.
Questa azione comprende quelle misure e sanzioni che mantengono gli imputati o gli autori di reato nella comunità e comprende l’articolato sistema delle misure alternative alla detenzione, le sanzioni sostitutive e la sospensione del procedimento come la messa alla prova (MAP).
La messa alla prova consente a un condannato di scontare la pena in chiave di riabilitazione, anziché solo di detenzione, svolgendo lavori di pubblica utilità, attività di volontariato e affidamento ai servizi sociali. È una possibilità prevista soltanto per i reati non particolarmente gravi.
Si tratta di sanzioni e misure che hanno anche l’obbiettivo di agevolare il percorso di inserimento sociale dell’autore o dell’imputato di un reato e di ridurre il tasso di recidiva criminale. Esse rispondono anche appieno all’ideale rieducativo che la Costituzione assegna alle pene e allo sviluppo storico del nostro Ordinamento penitenziario, a partire dalle misure alternative alla detenzione.