“Ci siamo sentiti parte di un gruppo. Eravamo completamente a nostro agio”. È il primo commento di Alessandra (per tutti Sandra), Annamaria, Aldo e Giovanni, volontari della nostra Caritas partiti per il Giubileo del Mondo del Volontariato, avvenuto a inizio marzo a Roma. Una tre giorni di preghiera, raccoglimento e condivisione. “Non ci conoscevamo, ma siamo diventati amici. Quest’esperienza ci ha uniti”, raccontano Annamaria e Aldo, moglie e marito volontari da circa 10 e 5 anni presso la Comunità San Francesco di Marzalengo, opera segno della nostra Caritas. “Era come se ci conoscessimo già”, aggiunge Sandra, volontaria da oltre 25 anni alle cucine benefiche gestite dalla San Vincenzo presso la nostra Casa dell’Accoglienza di Cremona.

Insieme ad altri 600 volontari circa provenienti da tutta Italia, sono stati accolti a Sacrofano presso la ‘Fraterna Domus’, una realtà denominata la “Cittadella dell’Accoglienza”, nata dal desiderio di Don Mario, dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II. “Siamo stati accolti come se fossimo una grande famiglia. Durante i pasti venivamo serviti da persone giovani”, racconta Giovanni, volontario Caritas dall’estate 2014.

La prima sera è stata di attesa. Un’attesa che ha portato a momenti di condivisione in preparazione al momento di riflessione previsto da Caritas Italiana. “Venerdì abbiamo avuto l’occasione di incontrare tre ragazzi provenienti da Napoli. Purtroppo, a causa di un incidente, erano in ritardo, ma li abbiamo aspettati volentieri stando insieme agli altri volontari. E ne è valsa la pena. I tre ragazzi ci hanno raccontato la loro storia da ultimi, ragazzi di strada, a laureati e insegnanti al Conservatorio”, racconta Sandra.

Invece, il sabato, dopo la Messa del mattino, un incontro con Don Ciotti, fondatore di Libera contro le Mafie, il passaggio dalla Porta Santa e lo spettacolo ‘Alcune cose da dire’ all’insegna della comicità. “Don Ciotti ci ha parlato dell’importanza della dignità e, quindi, di non fraintendere il significato di carità: gli ultimi hanno il diritto di essere aiutati e non essere lasciati soli”, dice Giovanni. E proprio sulla solitudine, è intervenuta Sandra per condividere il suo pensiero: “Spesso nelle Parrocchie capita di essere lasciati soli a sostegno delle povertà incontrate. Stare insieme a tante altre persone disposte all’aiuto ci ha dato forza”. “Sabato pomeriggio è stato denso di emozioni, private. Ciascuno di noi ha vissuto le proprie sensazioni attraversando la Porta Santa. Tutte belle e intense”, aggiungono i volontari. “La sera, un artista di strada ha ripreso il discorso dell’unione attraverso attività e comicità. Mi è rimasto impresso il gioco con le sedie che si è concluso con tutti i volontari in piedi che si sostenevano a vicenda, senza più bisogno di sedersi e aggrapparsi alla sedia”, aggiunge Giovanni.

Domenica mattina la celebrazione in Piazza San Pietro per concludere i tre giorni. Nonostante l’assenza di Papa Francesco, un’esperienza importante. “Bellissimo, grazie a Don Pier Codazzi per l’opportunità”, è la conclusione dei 4 volontari che racchiude le emozioni dell’iniziativa.