Oui pour la vie, una comunità che si prende cura. In questo momento drammatico per tutto il Medio Oriente, con il conflitto in corso tra Israele e Hamas, il Libano, seppur a rischio collasso dal punto di vista economico, continua ad essere “messaggio di fratellanza e di fede”, come lo ha definito Papa Giovanni Paolo II.

Padre Damiano Puccini, da 20 anni in missione nel paese dei cedri, è venuto a trovarci presso la sede della nostra Caritas cremonese, durante un breve viaggio in Italia (“Torno prima che ci bombardino la pista di atterraggio dell’aeroporto”, dice). La nostra Caritas collabora da anni con Padre Damiano e Oui pour la vie, associazione di volontariato con sede a Damour, città a 17 chilometri a sud di Beirut, impegnata in favore dei più poveri di ogni appartenenza religiosa e di ogni provenienza. 

“Il Libano è un modello”, spiega Padre Damiano. In Libano, infatti, il potere è articolato fra Presidente della Repubblica, Presidente del Governo e Presidente del Parlamento, i quali devono essere rispettivamente cristiano maronita, musulmano sunnita e musulmano sciita, in rappresentanza dei tre gruppi religiosi più importanti del Paese. Anche i posti di lavoro pubblici, a scuola e nell’esercito ad esempio, devono essere distribuiti tra le varie confessioni religiose. “Nonostante tutto ciò che sta succedendo, con una guerra in Siria che dura da 12 anni e la situazione tra Israele e Hamas, il Libano resta un modello di convivenza – commenta Padre Damiano – Noi come ‘Oui pour la vie’ operiamo per la riconciliazione al di là delle cose brutte accadute e che accadono, mettendo al centro gli ultimi. Stiamo nella realtà con il cuore. Lavoriamo per creare una comunità che si prende cura della comunità”. In una situazione comunque complessa con un’economia messa in ginocchio dalla peggiore crisi finanziaria degli ultimi 150 anni della storia del Paese mediterraneo e una popolazione estremamente impoverita, l’associazione Oui pour la Vie continua la sua attività con la “cucina” di Damour, l’ambulatorio per i test sanitari e per i malati di AIDS, il centro di ascolto per le medicine e la scuola per i bambini di ogni appartenenza religiosa e provenienza.

“Alla scuola pubblica lo scorso anno mancavano insegnanti – racconta Padre Damiano – perché la moneta vale così poco che alle persone non conviene andare a lavorare. Alcuni nostri insegnanti sono andati al Liceo del paese a coprire le materie scoperte. Hanno portato attività come cucina, teatro, giardinaggio. Abbiamo ottenuto risultati inaspettati. I genitori hanno scritto una lettera al Liceo per dire che i loro figli non erano mai stati contenti come in quell’anno scolastico e hanno invitato il preside e gli insegnanti a cena. Una cosa straordinaria, al di là delle diverse appartenenze”. 

“Oui pour la vie ci insegna che anche in situazioni in cui è più semplice la contrapposizione, c’è una comunità che si mette in gioco nelle sue diversità, generando relazioni a partire dalla cura degli ultimi. Per questo sostenere Padre Damiano e i suoi volontari vuol dire sostenere una comunità che si prende cura”, il commento del nostro Direttore don Pier Codazzi.

“Da anni e in queste ore drammatiche sempre di più – conclude Padre Damiano – la tentazione di riaprire le ferite del passato causate da massacri subiti può essere vinta dalla carità verso gli ultimi di ogni appartenenza e provenienza. Occorre trasformare le ferite in feritoie per il passaggio della misericordia”.