Dalla falegnameria della Casa Circondariale di Cremona, un progetto di speranza prende forma, trasformando la pena in un’opportunità di crescita di competenze professionali e restituzione alla comunità. In questi mesi, un paio di persone detenute nel carcere di Cremona stanno lavorando alla ristrutturazione di 48 persiane appartenenti alla Casa dell’Accoglienza. Un servizio che si inserisce nelle iniziative di Caritas cremonese legate al tema della giustizia e nel progetto più ampio di riqualificazione strutturale e funzionale dell’opera segno di Caritas cremonese. In particolare, il progetto è legato al bando “Dare Speranza alla Giustizia”, finanziato con i fondi dell’8xmille di Caritas Italiana.

“L’idea di coinvolgere nel restyling di Casa Accoglienza alcune persone detenute nasce dal desiderio di dare un significato più profondo alla ristrutturazione, creando oltre a un’occasione occupazionale e di senso”, spiega Suor Mariagrazia, coordinatrice dei progetti di Caritas cremonese in carcere. Questo progetto, infatti, rende i detenuti protagonisti attivi di un’opera molto importante per la città e il territorio diocesano: con questa attività possono contribuire concretamente alla “costruzione” di un bene utile alla comunità, comunità che in qualche modo hanno leso con il reato commesso, e ciò è occasione di riscatto e restituisce loro dignità. A guidare le due persone detenute coinvolte, c’è il falegname Emanuele: “Stanno lavorando molto, si stanno davvero impegnando per la causa. Io ho modo di seguirli e di insegnare loro qualche trucco del mestiere”. La dedizione manifestata in questo servizio, che ha la durata di due mesi per circa sei ore al giorno, è evidente nel racconto di uno dei due detenuti: un ex meccanico che, pur non avendo mai lavorato nell’ambito della falegnameria, ha accettato la sfida e sta imparando un mestiere completamente nuovo. La sua voglia di mettersi in gioco dimostra come il lavoro possa diventare uno strumento di formazione e riscatto personale.

Un grande contributo al progetto è dato anche da Maurizio Lanfranchi, volontario e Presidente dell’Associazione MEDeA, che abitualmente segue le persone all’interno della falegnameria del carcere.

A sostegno dell’iniziativa, Caritas Cremonese ha donato alla falegnameria del carcere alcuni utensili utili, che, una volta terminati i lavori, rimarranno a disposizione della Casa Circondariale per future attività. “Il nostro desiderio è di continuare anche in futuro una collaborazione con la Casa Circondariale su vari ambiti”, conclude Suor Mariagrazia.