Sono passati tre mesi dal violento terremoto che, lo scorso febbraio, ha colpito Turchia e Siria, ma la situazione nelle zone interessate è ancora drammatica. Le esigenze sono grandi e diversificate in entrambi i Paesi: dai centri di accoglienza da gestire agli aiuti da far arrivare alle persone più vulnerabili, dallo smaltimento dei detriti alle problematiche sanitarie, dalla sicurezza soprattutto per donne e bambini al sostegno psicologico per i sopravvissuti. Il devastante sisma ha impattato su una regione di confine già profondamente complessa e martoriata, teatro di uno scontro geopolitico in atto ormai da più di un decennio, che vede Turchia e Siria come attori principali e antagonisti.
Il 26 marzo scorso, cogliendo l’invito della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, anche nelle chiese della diocesi di Cremona, così come nel resto d’Italia, si è tenuta la colletta a favore delle popolazioni di Turchia e Siria, “segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni terremotate”.
I fondi raccolti nelle parrocchie durante l’iniziativa hanno alimentato la raccolta attivata da Caritas Cremonese e Fondazione San Facio subito dopo il sisma per sostenere l’attività di Caritas Italiana sul territorio, cui tanti cittadini hanno contribuito con generosità. A questi contributi si aggiunge la somma già stanziata dalla Diocesi attraverso i 10mila euro attinti dalla carità del Vescovo e altri 10mila euro dal fondo di solidarietà della stessa Fondazione San Facio. Il totale complessivo degli aiuti che partiranno dalla Diocesi di Cremona verso le aree colpite dal terremoto è di 100mila euro. Andranno a sostenere degli interventi già in atto in Turchia e Siria: distribuzione di pasti caldi e kit igienici e sanitari, aiuto economico per l’acquisto di generi di prima necessità, attività psicologiche ed educative, installazione di servizi igienici, frigoriferi e ventilatori per far fronte all’imminente aumento delle temperature, ristrutturazione di abitazioni e scuole pubbliche, ripristino di attività economiche danneggiate. Da non sottovalutare la necessità di fornire aiuti a chi aiuta, ovvero un sostegno psicologico agli operatori locali, stremati da mesi di lavoro e che, per la volontà di aiutare chi è in difficoltà, spesso non si prendono cura di se stessi.
«Anche a nome del Vescovo – afferma il direttore di Caritas Cremonese, don Pierluigi Codazzi – esprimo il più vivo ringraziamento alle Parrocchie e ai singoli che, già subito dopo la tragedia, hanno voluto esprimere la propria solidarietà alle popolazioni terremotate. Il contributo della Diocesi di Cremona, attraverso Caritas Italiana, giungerà in Turchia e Siria quale segno concreto della vicinanza della nostra comunità alle persone che hanno vissuto, e ancora stanno vivendo, questo dramma».
Rimane nel frattempo ancora attiva, presso Caritas Cremonese, la raccolta di contributi a favore degli interventi Caritas in Turchia e Siria. È possibile donare attraverso un versamento sui conti intestati a Fondazione San Facio (versamenti deducibili), specificando nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023”, attraverso il conto corrente bancario IBAN IT 57 H 05156 11400 CC0540005161 o il conto corrente postale n. 68 411 503; oppure direttamente presso gli uffici della Caritas diocesana in via Stenico 2B, a Cremona.
In Turchia, secondo le autorità locali, il terremoto ha causato circa 50mila morti e 170mila feriti, 3 milioni sono gli sfollati, 210.000 gli edifici andati distrutti, 210 milioni le tonnellate di macerie da smaltire. Anche in Siria i numeri sono altissimi: 6mila morti, 10.500 feriti, circa 350mila sfollati e 10mila edifici distrutti, tra i quali scuole e anche ospedali.